Sono poche le creature segnate daIla santità che conservino intatta, nel rapido fluire dei secoli, quella grandezza che accompagnò Ia loro vita temporale.
II Santo di Padova, morto da oltre sette secoli, conserva intatta la sua fama; è il Santo popolare per eccellenza, non solo per i miracoli che continua ad operare in favore dei poveri e degli afflitti, ma soprattutto perché la gente scopre in lui I ‘uomo di Dio.
S. Antonio è I’uomo che nel corso della sua vita ha percorso, con un passo sempre più rapido, la strada che Dio gli aveva affidato.
Nel tratteggiare la figura del Santo, pia che soffermarmi sui dati anagrafici, evidenzierd le virtù che ha vissuto in maniera eroica.
1. La carità: amore verso Dio ed il prossimo. Cito le sue parole nel discorso di Pentecoste: “Una sola a fiamma dell’amore, essa si estende a Dio ed al prossimo e non al male, e bisogna amarlo per amor di Dio: per prossimo bisogna comprendere tutti coloro sulla cui fronte brilla il raggio dell’Immagine Divina, cioe tutti quanti gli uomini”. Sono gli ammalati guariti da ogni sorta di infermità, le sventure temporali e spirituali alle quali pone rimedio, i contrasti familiari e sociali che egli risana e compone. Un giovane si taglia un piede, perche e sconvolto per aver colpito Ia madre, il Santo interviene e gli riattacca il piede alla gamba. I nem ici gli offrono cibo avvelenato: S. Antonio lo mangia e non ne risente alcun effetto nocivo.
2. L’umiltà: vuol essere derubato colui che porta pubblicamente il proprio tesoro. II Santo nascondeva la sua scienza, le sue doti intellettuali, i doni celesti e le virtù che il Signore gli aveva elargito.
3. Lo zelo per la gloria di Dio e Ia salute delle anime. S. Antonio per raggiungere lo scopo non si risparmiava fatica e travagli. Non chiedeva riposo, passava da una citta all’altra, da una casa all’altra pur di ricondurre sulla retta strada un eretico, un peccatore da riconciliare con il Signore, un odio da estinguere, una vendetta da frenare; con il salmista potremmo dire senza sbagliare: “Lo zelo della tua casa mi consuma”. A Rimini gli eretici fanno il vuoto mentre egli predica, ma S. Antonio paria ai pesci, che col loro mutuo esempio richiamano di nuovo le folle ad ascoitare la parola di Dio. La sua attivita apostolica fu benedetta in una visione da S. Francesco, mentre predicava ad Arles nel 1226 e fu motto breve, solo 10 anni (1221-1231), ma tanto intensa, soprattutto in Italia e in Francia.
Egli si faceva tutto a tutti, daIla fermezza contro gli ostinati e i duri di cuore, alla tenerezza di una madre che consola gli infelici, i peccatori a cui fosse necessaria una buona parola.
Ma due amor scandiscono la vita del Santo di Padova; la Vergine Santa e Gesù Sacramentato; l’infanzia, la sua vita intima, il suo apostolato ebbero questi due capisaldi.
La Vergine santissima: e iI giglio che cresce lungo la corrente della acque, il vaso d’oro che contiene un profumo d’inestimabile valore, iride che é pegno della riconciliazione tra Dio e I’uomo, iI cipresso che s’innalza sugli alberi, la stella mattutina tra la foschia della nubi, il bocciolo di rosa che apre Ia sua corolla in pieno inverno, un olivo che non perde mai la sua foglia, un calice d’oro tempestato di gemme preziose. La Vergine fu “robusta per l’umiltà, fu candida per illibatezza originale, tutta candore e innocenza è capace di dare la vita ai peccatori pentiti, la grazia ai giusti”.
L’eucarestia e un pingue convinto, cioe convinto del Suo corpo e del suo sangue, ricolmo di ogni grazia e virtù.
“II corpo e iI sangue di Cristo allevia le tentazioni e muove alla pieta filiale”. “E infelice colui che si avvicina all’Eucarestia senza I’abito nuziale dell’innocenza o della penitenza, per-che mangia e beve la sua condanna”.
L’Eucarestia “è la grande cena, perche é ricolma e risplende della Divina Maesta. Ad essa molti sono chiamati, ma pochi accorrono, perchè è infinito il numero degli stoiti che trascurano la cena della vita per le temporali miserie. L’animale immondo si rivolta pia volentieri fra le sozzure, anziche deliziarsi delle cose sante”.
Un eretico non crede alla presenza di Gesù nell’Eucarestia: il Santo presenta l’ostia consacrata a una mula digiuna da tre giorni. La mula rifiuta Ia biada fragrante e s’inginocchia quasi in atto di adorazione e I’eretico d convertito.
Gesù é Ia ricchezza del povero, il sostegno del misero negli affanni, la speranza contro le tempeste, tl refrigerio contro le arsure”.
Non posso trascurare Ia virtù che S. Antonio considerava un luogo di delizie: Ia povertà.
Essa ci riveste di molte virtù, la ricchezza terrena è fonte di afflizioni, ma Ia povertà apporta Ia gioia. La povertà innalza l’anima alla contemplazione e fa si che Ia pioggia dei doni celesti si riversi su di lei. Le ricchezze sono spine che pungono; Ia povertà invece è un luogo di delizie.
S. Antonio da Padova amò ancora intensamente il ritiro e la preghiera, ed è considerato da tutti il fiore ph) profumato nel giardino dell’Ordine Francescano. In lui risplendono tante virtù: fu celebre per l’umiltà, famoso per la pazienza, illustre per I’illibatezza dei costumi, eminente per I’onesta, benigno e mansueto nel parlare, grazioso in tutto sia al cospetto del Signore, sia davanti agli uomini.
Solo 36 anni visse in questo mondo S. Antonio, ma raggiunse i più alti vertici della contemplazione, non risparmiò una briciola delle sue forze per beneficare il prossimo e ricondurre sulla retta via tanti peccatori. Mori cantando le lodi a Maria, contemplando il suo Signore che aveva amato fin daIla giovinezza e, lasciato l’asinello a Padova, voltò verso tl cielo.
fra Armando Gravina (ofm)
Giugno 1983* Articolo Pubblicato sul “Dialogo” –
Foto Processione 1983