Sono Michela Leonetti ex parrocchiana, nata ad Andria nel 1962, battezzata in ospedale dopo poche ore nata, come usanza dai frati cappuccini cappellani ospedalieri. Ho preso i sacramenti della Prima Comunione e Cresima dai Frati Minori di S.M.Vetere di Andria, ho un buon ricordo del mio Professor di Religione alle scuole elementari di quartiere, era un frate della parrocchia. Le più belle amicizie d’infanzia sono state quelle di parrocchia al catechismo, alcune frequentavano la stessa scuola elementare e di infanzia di santa maria vetere con l’educatrice sign. Caterina Fatone, Maria ZINFOLLINO, CICCO defunta.
Il ricordo bello dei frati di noi bambini:era la nostra riverenza e il bacio del crocifisso della corona del rosario alla cornicina bianca con i 3 nodi di S. Francesco, ogni volta che li vedevamo perché rappresentavano Gesù e non era un gioco ma rispetto.
Ricordo padre Vincenzo De Filippis, fortunata per averlo conosciuto.
Mi rimangono i ricordi di una ex ragazzina, poi giovane, dal 1974 al 1986 perché sono andata via per motivi di lavoro a Milano. Padre Vincenzo era dispiaciuto di questa mia scelta affrettata, ma sono ritornata dopo 5 anni a Bari, per motivi di famiglia e lavoro e, con padre Vincenzo ci vedevamo alle ferie, a pasqua, natale, e nei tristi periodi della mia famiglia, morte e malattie ad andria.
Innanzitutto voglio ringraziare il Padre dei Cieli per avercelo dato e non per avercelo tolto, per aver mandato santi sacerdoti, ringrazio S. Francesco per la sua opera terrena, i ringraziamenti anche a tutti i Frati Minori di esistere ed a tutti i laici fedeli francescani che ho conosciuto, le più belle amicizie e ricordi sono stati quelli di gioventù in parrocchia grazie a padre Vincenzo ed ai frati della sua comunità.
Nel 1974 ero una ragazzina quando padre Vincenzo è arrivato, ha seminato pace e bene come dice il saluto francescano, fino alla sua permanenza nella comunità in andria. Quando dicevo di appartenere a s.m.vetere in andria, i compaesani dicevano che era una zona periferica, definita dal padre dormitoria, non si poteva giocare perchè in alcune zone c’erano i sassi, i frati dovevano osservare la loro regola la preghiera, riprendevano i ragazzi oggi cosi detti bulli:
Negli anni prima di padre Vincenzo c’era il festival dei ragazzi, l’oratorio con padre Giacinto che funzionava bene, padre Egidio e altri, l’altare di via Padre Savarese dove noi bimbi il 15 agosto pregavamo la madonna del ferragosto, la festa di S. Antonio era come quella patronale, il cineforum. Poi tutto si Addormentò, poi padre Vincenzo ci svegliò.
Padre Vincenzo con le novità del Secondo Concilio Vaticano ha apportato i cambiamenti, questo l’ho capito solo adesso da adulta dopo una buona catechesi rivista a distanza in un’altra realtà di confronto, grazie a padre Vincenzo , il suo concetto di comunità (difficile da capire per alcuni) mi ritorna in mente solo adesso, grazie.
Il suo arrivo è stato un momento di festa fin da qualche giorno prima già si avevano le sue referenze buone: mi fu detto da una coetanea vieni domani ad accogliere il frate giovane, rimarrà a lungo con noi perché è speciale, in parrocchia ci sarà tanto da fare.
Arrivò il 30° anniversario della Parrocchia ci fu fatto un bel dono: padre Vincenzo e poi padre Armando, padre Nicola, frate Pietro e altri che si sono seguiti, giovani frati tirocinanti, giovani vocazioni nate con Padre Vincenzo.
Il suo arrivo è stato ben accolto perché chi aveva modo di conoscere il nuovo padre si entusiasmava per il suo modo di bontà, la sua voce indimenticabile, i suoi modi di fare, di chiamarci giovani:svegliatevi, che fate dentro, uscite, cosa fate?
Diceva “e voi mamme e papà che fate con i vostri figli?”
Padre Vincenzo è stato giusto e buono con tutti anche con chi lo faceva arrabbiare, subito perdonava perché pregava molto.
Padre misericordioso, aveva molta pazienza con le sue 12.000 pecore allora prima della nascita di altre parrocchie nella nuova zona. Riusciva a portare all’ovile le pecore smarrite di qualsiasi età, anche chi pensava di allontanarsi, chi non ha mai frequentato la parrocchia o era lontano da Dio o si era allontanato;al suo convento bussavano anche da altre zone .
Ciò che a me ha colpito del suo arrivo è stato il primo restauro del Cortile oratorio così potevamo giocare a calcio più in sicurezza senza sassi, molto preferibilmente alla strada e all’attuale piazza ora ristrutturata per la seconda volta dal 1986.
Cii fu il restauro della Scuola materna, del campanile, delle tele, del ciborio. Quest’ultimo cercarono di portarlo via per metterlo nel museo diocesano, ma padre Vincenzo e i suoi confratelli l’hanno proibito che questi venisse sottratto dalla nostra chiesa.
E’ ritornato per l’utlima volta nella nostra chiesa l’11 Aprile 2010 per ammirare la nostra Cupola con i magnifici affreschi della vita francescana, e quel giorno tutta la comunità era in festa soprattutto perchè lo rivedeva, senza saperlo, per l’ultima volta
Grazie al suo operato la scuola materna ebbe un pulmino per il trasporto dei bambini, finalmente; un sogno per le altre scuole di Andria.
Ha risolto numerosi problemi del quartiere, la mancanza di acqua e di fogna nelle nuove case, non era solo uno slogan di protesta sul muro della chiesa: “S.M.Vetere vuole la fogna”; ma è passato ai fatti, l’ho incontrato a Bari al genio civile e alla Regione Puglia dove si recava spesso ed al Palazzo di Citta’ dal Sindaco, era un frate che lottava in prima linea per il bene comune anche con i politici, anche alla ricerca di qualche attività per i disoccupati.
Ricordo le serate del cineforum con poco, i miei mi mandavano, erano al sicuro, potevo tornare anche a casa piu’ tardi alle 21 perchè nel quartiere massimo si rincasava alle ore 19,30, nessuno si annoiava nell’ex salone si faceva cultura.
Padre Vincenzo nelle famiglie entrava con facilità benediva tutte le case e le sue pecore, conosceva tutti gli angoli del quartiere anche i più nascosti. Conosceva anche chi non entrava mai in chiesa.
Era instancabile oltre al suo orario di ufficio parrocchiale andava per le vie ad evangelizzare, ritornava sempre tardi al convento ma era lo stesso presente bastava farsi un giro riuscivi a trovarlo subito, perché era lo stesso presente, come veniva a conoscenza di qualcosa si presentava.
Portava gioia, ricordo il giorno che si e’ ammalato il mio caro papà poi deceduto dopo qualche mese si è presentato a casa quando ha saputo è venuto subito a trovarlo con la felicità del mio papà: oggi è entrata la gioia nella mia casa, il mio parroco è venuto a trovarmi, io sono ammalato non posso più andare a messa al Duomo di Andria con tutti gli altri braccianti agricoli, ha commentato in famiglia.
Ho cambiato idea sui frati del mio quartiere
Padre Vincenzo aveva carisma, riusciva a parlare ed essere amico con tutti,bussava alla porta di ogni numero civico personalmente anche a chi era lontano dalla chiesa, riusciva a contattare tutti, bambini, giovanissimi,giovani,adulti, fortunato chi riusciva ad ascoltare le sue catechesi; mi diceva cosa vuoi fare? mi faceva sentire già adulta, oggi ne vediamo i risultati, diceva in comunità c’e’ posto per tutti anche sull’altare, gli ultimi erano i primi sia in chiesa che in sala.
Ricordo i suoi presepi francescani ideati ed eseguiti dalla comunità e così l’altare della reposizione ci coinvolgeva tutti, le sedie non bastavano mai sia in chiesa che nel salone, tutte le pecore dovevano cantare, pregare.
Il salone era centro culturale da concorrere con altri, si organizzavano le mostre fotografiche a S. Antonio sul quartiere o la vita comunitaria, i recital da meritare i primi premi cittadino di S.Francesco. ed altri concorsi.
Dove c’era l’idea di Padre Vincenzo si faceva sempre bella figura da essere invidiati a livello cittadino, ecco dicevano arrivano quelli di s.m.vetere sono sempre loro, si fanno conoscere per la loro vivacità indisciplinata ma alla fine fanno sempre bella figura e vincono il primo premio,è merito di Padre Vincenzo i sogni li fa realizzare, e i ragazzi si impegnavano nelle sfilate di carnevale.
A S.M.vetere nasce l’Associazione sportiva, si sogna una palestra, vi entrano a far parte anche chi non va in chiesa come inizio, si confeziona la bandiera più lunga d’Italia visto che S,Francesco è Patrono d’Italia, ai mondiali e in tutte le feste francescane c’è sempre la bandiera sulla facciata del convento, contenti i tifosi e sportivi, si festeggia con la serata danzante nel salone le vincita del primo premio di carnevale, sotto lo sguardo attento del Padre che sorveglia i ragazzi e fidanzatini da cattivi incontri e uso di droghe.
Il quartiere emarginato fuori dalla Diocesi e da tutto il resto era quasi invidiato.
Con Padre Vincenzo si doveva andare dappertutto anche per 5 minuti e di corsa, l’importante e’ partecipare non vincere diceva anche per 5 minuti anche con lo sbuffo di noi che non eravamo abituati a correre, ora capisco il perché erano i 5 minuti della gioia, eravamo giovani indisciplinati, pigri in alcune cose, senza meta, pecore smarrite che ritrovavamo la strada con Padre Vincenzo, non apprezzavamo il valore di ciò che si possedeva, ma ci ribellavamo solo quando ci tentavano di togliere Padre Vincenzo e altro.
Tutte le iniziative venivano preparate in poco tempo con semplicità francescana e nonostante, ciò ci dava decoro a noi e al nostro quartiere.
PADRE VINCENZO ci dava la possibilità di esprimerci non solo con il Teatro ma anche con il giornale di quartiere, uomo di fede, forte di spirito e di preghiera così definito da noi,uomo filosofico, le sue tesi filosofiche che si nascondevano dietro la sua umiltà e la bontà, a noi parrocchiani ci criticava sul giornale perché oltre a essere del quartiere dormitorio eravamo attaccati alla materia peccato dell’uomo moderno: consumista, uomo delle tre m( moglie/marito macchina moneta), ci spiegava il significato escatologico della fede, ora mi ritrovo ciò che mi ha insegnato.
Ricordo la nascita dell’Ofs. Ricordo le Adorazioni Eucaristiche, le Veglie, I Canti e le Preghiere francescane, il saluto al tabernacolo e il ciborio: Noi ti adoriamo, santissimo Signore nostro Gesù Cristo,qui e in tutte le chiese del mondo intero perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Le belle catechesi ricavate dalla lettura del Vangelo. Le preghiere, le belle omelie per i giovani, gli emarginati del quartiere, le persone sole ,gli anziani soli e della casa di riposo e le consorelle consacrate.
Il Padre desiderava avere le cooperative di lavoro per i giovani, lavoro per i disoccupati, la Caritas per i poveri. Rimproverava i giovani e ci invogliava ad andare a trovare gli anziani soli, i bisognosi, di aprire gli occhi ai problemi del quartiere, diceva fate un censimento e vi rendete conto delle realtà tristi, dei veri problemi, quando ho partecipato al censimento mi sono rattristata, aveva ragione Padre Vincenzo.
Perciò il Padre si preoccupava dei poveri, degli extracomunitari, delle collette comunitarie punto di riferimento il suo MIMMI’ DEL PANIFICIO (pane di S.Antonio e di S.Francesco per i poveri).
Il Padre con i pellegrini e con chi bussava al convento,e arrivava da altre zone, metteva a disposizione tutto, si metteva subito al servizio,tutti i luoghi erano aperti, dava fiducia, noi a volte non eravamo d’accordo e Lui umilmente non ci rispondeva, ci sorrideva, si metteva in preghiera e in riflessione, lasciava i luoghi sempre aperti, i ragazzi lo facevano arrabbiare ma Lui riusciva ad educarli con il giusto tono e a perdonarli, ritornavano mansueti dal Padre il giorno dopo più calmi.
Ho visto molte volte padre Vincenzo pregare nella chiesa silenziosa, che bello, nelle ore medie;nei campi scuola estivi si ritirava sotto un albero, lontano da tutti solo non solo a programmare le attività, ma in preghiera profonda con il Padre celeste come nel film di Padre Pio e S. Francesco, si vedeva che c’era un intesa profonda bellissima con il Signore, poi ritornava da noi giovani birichini che lo facevamo arrabbiare sorridente, carico di energie e di spirito dopo la preghiera del cuore come i frati del deserto.
È vero i miei genitori che mi guardano dal cielo come il nostro padre Vincenzo mi insegnavano che i frati avevano tanta pazienza che nessun al mondo ne possiede.
Padre Vincenzo salutava con pace e bene e metteva pace nelle situazioni più difficili, sopratutto nelle divisioni di coppia salvava matrimoni, si preoccupava dei figli sfortunati, dei senza genitori o dei genitori assenti, si toglieva il pane di bocca per la retta scolastica di chi non poteva pagarla così educava e preveniva i futuri bulli, Padre Vincenzo era molto presente nella scuola materna controllava, ai bambini non doveva mancare niente, attento anche verso il personale.
Una volta come tirocinante ho assistito ad una gratificazione dopo una ispezione scolastica per i suoi programmi.
Non sono mai mancate le passeggiate ecologiche in occasione di S. Antonio dove vi partecipano da tutte le zone di Andria, aspettavano questo momento competitivi e non di diverse età. le feste all’aperto, le messe all’aperto, grazie ai campeggi ho imparato l’esistenza delle Lodi e dei Vespri letti all’aperto, bellissimo, bisognava Lodare il Signore per le bellezze create, la natura ect.
Leggendo ora la Bibbia ora capisco il perché il Padre ci faceva usare la tenda come figli e popolo di DIO.
Ricordo nel campo scuola estivo quando mi ha ripreso, perché consumavo acqua inutilmente e il valore prezioso per chi non ne ha. Riprendeva i giovani perché facevamo arrabbiare i nostri genitori per futili motivi, per il nostro modo di vestire all’americana, per i nostri sperperi e trucchi estetici e lo sciupio di danaro era molto attento, ci riprendeva perché dormivamo troppo o chi preferiva passare la notte in discoteca o dormire di giorno, ci svegliava con schizzi d’acqua, ci gratificava poi con le torte delle volontarie, riprendeva i ragazzi da parte dalle femmine per educarli.
Il Crocifisso e il Rosario, e la coroncina con i tre nodi dei frati su quell’ umile saio ci hanno insegnato a noi tutti bambini la riverenza e la preghiera perché c’e’ la presenza di Gesù Crocifisso e li ringraziamo per averci sulla buona strada del buon pastore.
PADRE VINCENZO, incontrava le mamme ed i papà, nelle loro catechesi insegnava loro ad essere dei buoni genitori cristiani, e quando la mamma ritornava a casa sapeva come prenderci, come tutte le mamme dei ragazzi: diceva andate de Padre Vincenzo che ti sta aspettando, andate a messa o Padre V, vi vuole parlare andate a trovarlo. Le mamme ritornavano volentieri alla bella catechesi perché insegnava a vivere da genitori responsabili.
Padre Vincenzo ha dato decoro al nostro quartiere di ragazzi indisciplinati con S. Francesco punto di incontro di tutti anche uomini e donne di buona volontà. Ci raccomandava sempre il rispetto, la buona educazione, l’ecologia. l’ambiente. l’igiene, chiedeva ai ragazzini : “chi sei, come ti chiami, dove sta mamma e papà?”
Il ricordo di felici fidanzamenti, matrimoni cristiani, sacramenti, le prime comunioni con il saio bianco, incontrare qualche vecchia amicizia e sentirsi dire quante ne abbiamo combinate in parrocchia all’andriese.
Nelle situazioni brutte il Padre era sempre il primo a soccorrere, ci vegliava tutti, nell’anno 77 ci fu un’ incendio a casa mia padre Vincenzo è stato il primo dal sagrato a correre a casa mia, si e’ rimboccato le maniche a spegnere il fuoco a secchiate d’acqua per evitare il peggio; ripeto il mio papà si e’ poi ammalato per lo spavento gravemente, perché da lontano al ritorno dal lavoro vide l’incendio, il Padre venne a casa a trovarlo e così in tante altre occasioni. nei periodi brutti lui sapeva tutto te lo vedevi arrivare all’improvviso quando e’ stato male mio fratello che poi e’ deceduto, poi veniva personalmente a casa a confessare la mamma e a comunicare l’eucarestia, diceva che nelle situazioni di lutto le ferite si rimarginano a poco a poco con l’aiuto della fede, perché vissute sulla propria pelle essendo orfano fin da giovane età dei genitori.
Ricordo le sue processioni con tanti bambini e anziani e mamme e gli uomini dell’associazione, i bambini erano molti numerosi, la parrocchia che aveva più bambini e terziarie si riconosceva per questo,ciò ci rendeva allegri per un futuro e nello stesso tempo ci rendeva preoccupati per i problemi,diceva e i giovani siete presenti o dormite?
Ricordo il suo umile volto, la sua bocca sempre aperta sempre pronto a parlare confortevolmente, le sue umili mani in preghiera, i suoi piedi pieni di calli dal camminare troppo, senza calze anche sulla neve, PIEDI DA FRANCESCANO diceva, il saio anche se bucato per Lui era sempre bello anche se vecchio non lo voleva mai sostituire e cosi’ la sua cella, tutto si poteva restaurare tranne la sua cella anche se antiquata logorata per Lui era la piu’ bella, l’inginocchiatoio e la sedia di paglia logorata per lui andavano sempre bene. Contrario ad apparentarsi e’ stato uno degli ultimi ma la sua auto era un bene comune per gli anziani e per i bisognosi.
Qualche parrocchiano lo vedeva pronto per una carriera ecclestiatica superiore ma padre Vincenzo rispondeva sempre. Io sono un frate francescano e rimarrò sempre così finche il Signore lo vorrà.
Firmato Michela Leonetti
per gli amici parrocchiani.