Come ogni anno in molti, devotamente, abbiamo mangiato il pane di sant’Antonio. In tutte le chiese francescane o, comunque, legate in modo particolare a sant’Antonio, nel giorno della sua festa si è soliti “benedire dei semplici piccoli pani”, per poi distribuirli ai fedeli da consumarsi per devozione. Devozione che deriva appunto dall’iniziativa cosiddetta del “pane dei poveri” storicamente molto viva e diffusa nelle chiese.
Oggi tale iniziativa è espressa dalle Caritas con forme più attuali e diversificate nell’aiuto materiale verso i bisognosi. È imperativo oggi pensare a come risolvere i problemi che stanno alle radici della povertà. Purtroppo le soluzioni non sono facili e chi vive nel bisogno non può essere lasciato solo. Ecco perché il pane di sant’Antonio rimane attuale.
Da noi il fenomeno della carità fa capo anche alla Caritas Parrocchiale Francescana e dipende dalla generosità che i nostri parrocchiani mettono a disposizione dei poveri. Questo interesse cresce per una maggiore attenzione per le questioni sociali e la sensibilità verso i poveri. Una volta i generi di prima necessità distribuiti erano cose molto semplici come appunto il pane e in seguito, legna e vestiario. Oggi c’è una società opulenta e sprecona, consumistica e indifferente, ma esiste anche un’altra composta da poveri e bisognosi, ed è la carità operosa e silenziosa quella che dà loro il pane necessario. Gesù ci insegna che non è peccato essere poveri, ma è peccato essere indifferenti ed egoisti.
Il pane è simbolo di unità. Difatti è formato da molti grani di frumento impastati insieme; unisce insieme le persone intorno alla stessa tavola. L’unità che esprime il pane, deriva da una diversità non in contrasto, ma riunite in concordia: tutta la fraternità parrocchiale è Caritas, la commissione la rappresenta.
Riconoscenti a sant’Antonio così prodigo di consigli, aiuto e grazie, facciamo anche noi le stesse offerte nel ricordo del commovente episodio del miracolo di Tommasino e della sua giovane mamma che, ottenuta la guarigione del figlio per intercessione del Santo, decise di offrire al convento per un certo periodo di tempo tanto pane quanto pesava il suo bambino, perché potesse essere ridonato alle mamme povere. Rendiamo reale il «pane dei poveri», capace di alleviare le sofferenze e rinsaldare la speranza soprattutto in questo periodo di crisi economica globale, e da cui la nostra comunità non è sfuggita:
- la perdita del lavoro e la difficoltà di trovarlo, la difficoltà di pagare l’affitto, una bolletta, una visita medica, comprare le medicine o fare la spesa è una realtà che ci appartiene;
- si prova vergogna della propria condizione personale e familiare, e spesso non si ha il coraggio di chiedere aiuto a parenti e amici e si sceglie di soffrire in silenzio chiudendosi in se stessi con il rischio di rimanere isolati e abbandonati.
Tutti insieme possiamo alleviare le sofferenze dei nostri fratelli lasciando un’offerta o portando prodotti alimentari a lunga scadenza (scatolame: tonno, carne, legumi, ecc.), prodotti per l’igiene della casa e della persona.
Chi invece sta vivendo questi momenti di difficoltà può rivolgersi a padre Rocco con la certezza che l’aiuto verrà concesso rispettando la massima riservatezza.